400 ANNI DI DEVOZIONE, VELLETRI E LA SUA MADONNA

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Nonostante i secoli e la crescente secolarizzazione della società, l’icona sacra ha saputo mantenere nel cuore dei cittadini un posto speciale, rinnovatole ogni anno in occasione della famosa processione dei ceri

di Gabriele Rosatelli

A Velletri ogni primo sabato di maggio si celebra da più di 400 anni la processione in onore della Madonna delle Grazie. La ricorrenza più sentita dell’anno per la popolazione della città dei Castelli Romani, che nel tempo hanno instaurato un rapporto di profonda devozione e puro affetto nei confronti dell’icona sacra. Una storia, come detto, dalle radici profonde, che vede le sue origini nel lontano 1613, anno in cui per la prima volta i veliterni decisero di dar vita alla processione dei ceri in suo onore. Tuttavia, importanti fonti testimoniano la presenza della Madonna in Velletri già dal 1495, facendo intendere che il rapporto tra la tavola e la città fosse già solido e duraturo. 


Un alone di mistero circonda le origini della stessa, alcuni le fanno risalire al Vescovo di Velletri Giovanni II, che avrebbe donato l’immagine alla città; altri, invece, affidano la sua creazione ad un passato più lontano nel tempo e nello spazio, ritenendola prodotta presso Costantinopoli in un imprecisato anno

Il legame tra la Madonna delle Grazie e la città di Velletri si rinsaldò ulteriormente dopo il 26 agosto del 1806, data in cui si verificò un terribile terremoto che ebbe effetti devastanti. Tuttavia, nonostante gli ingenti danni, non vi furono morti e per questo l’intera comunità cittadina volle rendere omaggio alla sua protettrice istituendo la Festa del Patrocinio in suo onore. 


Uno degli episodi più famosi riguardanti il rapporta tra Velletri e la sua icona sacra avvenne nel 1858, quando durante la notte del primo aprile il brigante Vincenzo Vendetta (detto Cencio) l’immagine dalla cattedrale, facendo cadere la città nel caos più totale per cinque lunghi giorni

Dopo una lunga trattativa portata avanti con il delegato apostolico, monsignor Luigi Giordani, e con i rappresentanti dello Stato Pontificio presieduto da papa Pio IX, Cencio restituì la Madonna delle Grazie in cambio della grazia, mai arrivata, per sé e per suo fratello Antonio. Venne prontamente tratto in arresto per poi essere condannato a morte e portato sul patibolo, istituito nell’odierna Piazza Cairoli, alle sette del mattino del 29 ottobre 1859, quando il celeberrimo boia conosciuto come Mastro Titta lo decapitò in pubblica piazza. Questa storia venne seguita in tutta Italia e ricevette molto spazio sui giornali della penisola, per poi essere consegnata alla tradizione popolare con storie, libri e spettacoli teatrali che ancora oggi vengono inscenati.

Il viscerale attaccamento dei veliterni alla “loro Madonna” può essere percepito solamente respirando le emozioni che si vivono durante la processione dei ceri. 


Un momento durante il quale la comunità si stringe attorno alle proprie tradizioni e, spesso commossa, offre omaggio alla protettrice della città

Questa, nonostante i secoli e la crescente secolarizzazione della società, ha saputo mantenere nel cuore dei cittadini un posto speciale, a dimostralo è il gran numero di partecipanti che ogni anno assiepa le stradine del centro storico in rispettoso silenzio, per poi attendere festanti il passaggio della Madonna delle Grazie e la sua deposizione nella Cattedrale di San Clemente in un clima di altri tempi, tra sorrisi e lacrime, tra speranze e ringraziamenti. Un amore lungo 400 anni quello dei veliterni nei suoi confronti, un amore che il tempo non riuscirà a scalfire.

Last modified: Maggio 9, 2023