SANTA SCOLASTICA E LA SPIRITUALITA’ DEI SIMBRUINI

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Immerso nel verde della Valle dell’Aniene e a pochi passi dal Sacro Speco — la grotta dove San Benedetto visse da eremita per tre anni — il Monastero di Santa Scolastica continua a essere un punto di riferimento per pellegrini, studiosi e turisti

di Gabriele Rosatelli

Nel cuore della Valle dell’Aniene, a pochi chilometri da Roma, sorge uno dei luoghi più affascinanti e spiritualmente significativi del monachesimo occidentale: il Monastero di Santa Scolastica a Subiaco. Fondato intorno al 520 da San Benedetto da Norcia, inizialmente dedicato a San Silvestro, questo monastero è l’unico superstite tra i dodici cenobi originari che costellavano la cosiddetta “Valle Santa”. Nonostante secoli di terremoti, invasioni saracene e mutamenti storici, Santa Scolastica è sopravvissuto, diventando il più antico monastero benedettino ancora attivo in Italia.


Nonostante secoli di terremoti, invasioni saracene e mutamenti storici, Santa Scolastica è sopravvissuto, diventando il più antico monastero benedettino ancora attivo in Italia

Il complesso monastico è un vero viaggio attraverso i secoli. Al suo interno convivono stili architettonici diversi, che raccontano l’evoluzione della spiritualità e dell’arte monastica. L’ingresso moderno, dominato dalla celebre iscrizione “Ora et Labora”, introduce i visitatori in uno spazio che unisce sobrietà e bellezza. Tre chiostri si susseguono in un armonioso intreccio di epoche: il chiostro rinascimentale del XVI secolo, quello gotico del XIV e infine il più antico, cosmatesco, risalente al XIII secolo, decorato con mosaici policromi e archetti romanici. Tra le strutture più antiche spicca anche il campanile lombardo dell’XI secolo, uno dei più vetusti dell’Italia centrale. La chiesa del monastero, oggi in stile neoclassico, fu ricostruita nel 1769 dall’architetto Giacomo Quarenghi, poggiando sulle fondamenta gotiche della struttura preesistente.

Il Monastero di Santa Scolastica non è solo un gioiello architettonico, ma anche un importante centro culturale. Nel 1465 fu sede della prima tipografia italiana, dove due monaci tedeschi, Arnold Pannartz e Conrad Sweynheym, stamparono i primi incunaboli della penisola, tra cui opere di Cicerone, Lattanzio e Sant’Agostino. La biblioteca monastica conserva ancora oggi oltre 100.000 volumi, tra cui 380 manoscritti e 212 incunaboli, testimoniando il ruolo centrale di questo luogo nella diffusione del sapere nel tardo Medioevo e nel Rinascimento.


Nel 1465 fu sede della prima tipografia italiana, dove due monaci tedeschi, Arnold Pannartz e Conrad Sweynheym, stamparono i primi incunaboli della penisola, tra cui opere di Cicerone, Lattanzio e Sant’Agostino

La storia del monastero è segnata anche da momenti difficili: nei secoli subì numerosi saccheggi, fu trasformato in commendam nel Quattrocento, ospitando tra i suoi abati anche figure potenti come Rodrigo Borgia e i Barberini. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, venne gravemente danneggiato dai bombardamenti alleati, ma fu ricostruito con cura nel dopoguerra, mantenendo la sua funzione spirituale.

Last modified: Giugno 25, 2025