Tiromancino, quella sensazione di un attimo che ancora non passa

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A 22 anni dal grande successo di pubblico, Zampaglione & Co. fanno ancora sognare

di Alessandro Casale

Bisogna avere almeno 40 anni per capire che vale la pena stare lì già dalle 19.30 per conquistarsi un posto sotto al palco. Loro, da programma, ci saliranno sopra alle ore 22.00. I Tiromancino in piazza è un evento che, chi sta a Cisterna di Latina e dintorni, non può mancare. L’occasione è quella dell’appuntamento clou dei festeggiamenti del patrono San Rocco. Ma partiamo dalla fine. Termina con Due destini, l’intensa ora e mezza, colonna sonora del successo cinematografico di Ferzan Ozpetek del 2001, Le fate ignoranti, da dove tutto è cambiato, ricorda Zampaglione dal palco. La sensazione di un attimo, l’album del 2000 che la contiene, decreta l’inizio del grande successo di pubblico e la fine della compagine di allora (nel ’95 c’era già stato un primo turn over) del gruppo romano che, l’anno seguente, si scioglie, perdendo Zampaglione junior (alias Francesco fratello di Federico) e di lì a poco tale Riccardo Sinigallia. Storico cantautore della scena romana, schivo al grande pubblico, Sinigallia, a torto o a ragione, ha rappresentato la svolta del gruppo. E’ sua la firma vicina a quella di Zampaglione nell’album La sensazione di un attimo e sua la voce (e la faccia) a Sanremo Giovani del 2000 nel duetto di Strade che si piazzerà seconda.


Sono passati ventidue anni da quando nel 2000 uscì l’album La sensazione di un attimo che fece conoscere i Tiromancino al grande pubblico.

Da allora in poi i Tiromancino saranno Federico Zampaglione ecc… Nei dieci anni precedenti, da quel 1989, quattro album, aperture di concerti di rilievo (Morcheeba e Carboni su tutti) e videoclip dalle note partecipazioni (Ferzan Özpetek, Valerio Mastandrea, Paola Cortellesi). Per la verità siamo ben lontani dalle sonorità acustiche e dallo stile intimista con i quali i Tiromancino sono riusciti a dare il meglio di sé, anzi l’ascolto degli albori è a tratti imbarazzante. Ma torniamo alla nostra quarantenne sotto al palco di Cisterna. Tra i suoi occhi e i Tiromancino non ci sono né nuche né mani, quelle che Zampaglione più volte chiede di alzare al ritmo delle sue canzoni e che lui stesso protende volentieri verso il pubblico. Più spesso le sue dita sono avvinghiate tra le corde delle infinite chitarre che cambia al ritmo di una a canzone. Distoglie l’indice, puntandolo verso il cielo, soltanto quando al suono di Un tempo piccolo ricorda Franco Califano che la scrisse. Di chitarra in chitarra l’attenzione di Zampaglione si ferma su un modello blues in metallo che sembra la versione strumento della DeLorean di Ritorno al Futuro e che produce un suono che, come lui stesso racconta, evoca atmosfere di treni e campi di cotone del sud degli USA dove questo genere è nato. E’ così che intona Imparare dal vento. Stessa parentesi didascalica per un mandolino elettrificato, con molta probabilità, Fender.


Federico Zampaglione cambia chitarre al ritmo di una a canzone, tra le sue mani anche un modello blues e un mandolino.

Nei venti anni che seguono l’anno spartiacque dei Tiromancino, tanta roba. Sette album, decine di singoli che ancora oggi è impossibile non riconoscere sin dalle prime note e altri quattro cambi di compagine, compresa l’attuale formazione che conta cinque componenti. In tutto sono stati ben sei in trentatré anni per un totale di ventitré elementi che si sono alternati nel progetto Tiromancino. L’unico elemento costante quel Federico Zampaglione che, se da una parte fa intuire un caratteraccio dai difficili compromessi, dall’altra, sul palco di Cisterna, sembra l’uomo della porta accanto, l’amico di sempre. Senza fronzoli e guardando negli occhi il suo pubblico, nella scaletta del concerto di Cisterna, ripercorre le pietre miliari fino ai brani più significativi dell’ultimo lavoro Ho cambiato tante case dello scorso anno. Il suo sguardo di tanto in tanto incrocia anche quello della nostra quarantenne che lo segue oramai da 4 ore e che lo avrà certamente portato a pensare che qualcosa di buono lo avrà pur fatto se quella sensazione di un attimo dura da ventidue anni.

Last modified: Settembre 14, 2022