LA SCARZUOLA, LA CITTA’ IDEALE SCAVATA NEL TUFO

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Un luogo mistico situato nel Comune di Montegabbione in provincia di Terni, a mezz’ora dal confine con l’alto Lazio

di Chiara Di Fede

“Sorge nell’alta campagna un colle, sopra il quale sta la maggior parte della città; dentro vi sono tutte l’arti, e l’inventori loro, e li diversi modi, come s’usano in diverse regioni del mondo” (Campanella T. “La città del Sole”, 1602).

Sarà che quando si viaggia, spesso si perde il senso dello spazio e del tempo; sarà che quel giorno la mente vagava chissà dove mentre la playlist, preparata per l’occasione insieme a Simona, tenace avvocata ma, soprattutto, perfetta compagna di avventure e scarpinate, diffondeva le note ed il testo di “Just my imagination” dei Cranberries; sarà che la strada suggeriva di proseguire; sarà il caso, ma il caso non esiste, che sconfinando nella suggestiva Umbria, il cammino, dopo due chilometri su un sentiero impervio e sterrato, ci conduceva in un luogo di cui, per un momento, si poteva dubitare l’esistenza.


Si narra che qui, nel 1218, San Francesco Eresse una umile capanna utilizzando una pianta palustre locale di nome Scarza

Il velo che divide storia e leggenda è spesso sottile, quasi impercettibile. Si narra infatti che qui, nel 1218, San Francesco, piantò una rosa ed un alloro dai quali sgorgò una fontana. Per celebrare il miracolo, il Santo di Assisi eresse una umile capanna, utilizzando una pianta palustre locale di nome Scarza (da cui deriverebbe il nome Scarzuola, n.d.r.). Successivamente i Conti di Marsciano, antico e nobile casato umbro, vi fecero costruire un convento.

Nel 1956 l’intera proprietà, compreso il Convento, fu acquistata da Tomaso Buzzi, tra i principali designer del Novecento italiano, architetto di giardini, restauratore, arredatore di importanti palazzi nobiliari, inventore, dotato di una brillante cultura umanistica e letteraria, che divise la cattedra di Disegno dal vero e arredamento al Politecnico di Milano con Gio Ponti, con il quale collaborò a lungo.

Qui Buzzi diede vita, senza poterla portare a termine, alla straordinaria ed onirica costruzione surreale de La Scarzuola: la Città Ideale, visitabile soltanto contattando il proprietario dal sito internet dedicato. Varcando la porta di ingresso, dominata da un giullare scolpito, simbolo di follia e di ironica irriverenza, il visitatore, come un novello Dante, si addentra  in un “Altrove” scultoreo, un percorso ricco di simbolismi estratti dal poema illustrato italiano “Hypnerotomachia Poliphili” (romanzo allegorico, stampato a Venezia da Aldo Manuzio il Vecchio nel dicembre del 1499), come ci racconta Marco Solari, la nostra pittoresca ed un po’ burbera guida (nonché nipote ed erede di Tomaso Buzzi).


La Città ideale si articola in sette grandi scenografie teatrali e sette monumenti tra i quali sono rappresentati Villa Adriana e il Colosseo

La Città ideale, scolpita interamente nel tufo, si articola in sette grandi scenografie teatrali, nelle quali sono rappresentate, tra le altre, Villa Adriana, Villa d’Este e Bomarzo a cui si accede attraverso le tre porte del sogno, e da sette monumenti: il Colosseo, il Partenone, il Pantheon, l’Arco di Trionfo, la Piramide, la Torre Campanaria ed il Tempio di Vesta.

Al centro, tra i maestosi torrioni su cui brillano i grandi mosaici del Sole e della Luna, domina il Terzo Occhio, la Coscienza consapevole, e poi la Torre del tempo e dell’Angelo custode, la Bocca della balena di Giona, la Torre della meditazione, la Scala della Vita e la Porta dell’Amore, sulla quale è inciso il verso di Virgiliana memoria “Amor vincit omnia”. Il visitatore si perde affascinato tra i cipressi, che simboleggiano le canne di un organo arboreo, con tasti di pietra ai loro piedi, tra il sentiero di colonne fino ad un ciclopico corpo di donna, in un luogo fuori dal tempo, ricco di simboli e segreti che probabilmente non saranno mai svelati del tutto.  Qui l’ordine del reale viene sovvertito, in un tempo non definito né definibile. Le parole non possono esaurire con la descrizione questa straordinaria opera d’arte e lasciamo quindi il fascino del mistero a chi la raggiungerà, attraversando con pazienza il bosco e quel sentiero sterrato che aprirà però il varco per il mondo fantastico sognato da Tomaso Buzzi.

Last modified: Marzo 29, 2023