Un luogo magico, nel quale il tempo si ferma e le persone possono trascorrere momenti di indimenticabile leggerezza a contatto con la natura e la storia contadina
di Gabriele Rosatelli
Un lungo viale ghiaioso, due steccati e colline a perdita d’occhio, con un silenzio irreale che accompagna lo sguardo sui Monti Lepini. Questo è lo scenario che accoglie il visitatore pronto ad immergersi nello speciale ambiente del lago di Giulianello.
A due passi da città ben più caotiche e frenetiche, in questo posto il tempo si ferma e, come in un’oasi di tranquillità e pace, le persone possono trascorrere momenti di indimenticabile leggerezza
Il Lago di Giulianello è un’area protetta tra le province di Roma e Latina, a metà strada, dunque, tra i Colli Albani di natura vulcanica ed i Monti Lepini di origine calcarea. Profondo poco più di dieci metri e con un perimetro di circa 1,5 km, si colloca a 265 metri sul livello del mare e viene alimentato perlopiù da sorgenti sotterranee, le quali hanno dunque reso possibile la nascita di una piccola perla incastonata tra le colline della provincia di Latina, ai piedi del comune più alto dei Lepini: Rocca Massima.
Nel periodo romano quest’area era interessata dalla presenza di tre laghi: Lacus Vetus, Lago di Giulianello e Lago della Pescara, nati grazie alla morfologia del terreno, formato da un mix di rocce calcaree e tufacee che non consentirono un ottimale drenaggio delle acque. Il primo dei tre venne prosciugato in epoca volsca per permettere alla popolazione di incrementare gli spazi destinati all’agricoltura. Successivamente, nel Settecento, anche il Lago della Pescara venne prosciugato, per consentire ai latifondisti della famiglia Borghese di ampliare la propria coltivazione di grano. L’unico superstite dei tre laghi, dunque, rimane quello di Giulianello, dal 2007 divenuto Monumento naturale grazie ad un decreto della Regione Lazio, finalizzato alla salvaguardia ed alla valorizzazione di un sito ad alto pregio naturalistico.
Il sentiero di circa un chilometro che ci conduce verso lo specchio d’acqua in compagnia di splendidi paesaggi, è costellato da cartelli illustrativi della “Strada dei Canti” che tra le strofe e la viva voce dei canti contadini ci fanno vivere un tuffo nel passato, in cui le colline “cantano da secoli”, scandendo “il tempo del lavoro, dell’amore e della festa”, rappresentando “un segno della ricchezza antropologica che questi luoghi possiedono e conservano
Dopo una piacevole camminata si arriva proprio al lago, dove si potrà godere degli stessi scorci che gli artisti sette/ottocenteschi raccontano nei loro quadri, quando impegnati nel leggendario Grand Tour arrivarono a toccare le sponde del Lago di Giulianello, raffigurandolo con dovizia di particolari e rendendolo immortale nelle loro opere. Il nostro lago è anche uno dei protagonisti della sceneggiatura del film muto “L’Inferno”, uno dei primi film girati in Italia essendo uscito nel 1911 per la casa di produzione Helios Film, nel quale il bacino fa da sfondo ad alcune scene dell’inferno dantesco.
Il sole batte sull’acqua e dalle colline fa capolino generando colori unici che indorano i campi tutt’intorno, regalando un’atmosfera mozzafiato all’osservatore, completamente immerso nella campagna e nell’assoluta tranquillità figlia di queste antiche terre
Un’esperienza interiore profonda, ancor più preziosa in questi tempi frenetici che viviamo, garantita da un tesoro che impreziosisce con silenzio e discrezione un territorio a cavallo tra la Pianura Pontina ed i Castelli Romani.
Last modified: Ottobre 14, 2023