IL CRATERE DA GUINNESS DEI PRIMATI: DA ROCCAMONFINA A VALOGNO

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Una storia che nasce 630.000 anni fa e che ora vive di natura, arte e cultura

di Chiara Di Fede

Roccamonfina,che dista un’ora d’auto da Frosinone, è un piccolo gioiello della provincia casertana, terra fertile e generosa, abitata dall’uomo fin da tempi antichissimi ma che deve ai Romani il suo periodo di massimo splendore. Le eruzioni laviche e piroclastiche del vulcano da cui prende il nome, il Roccamonfina, hanno forgiato questa terra donando fertilità e abbondanti sali minerali ai campi, boschi e castagneti che circondano la caldera nella quale questo bellissimo borgo è stato edificato. Qui è possibile godere di escursioni a piedi, a cavallo ed in bici, attraverso sentieri che conducono a meravigliosi punti panoramici ed alla scoperta di antiche sorgenti di acque oligominerali e termali.


“Ogni volta che vedo una montagna, mi aspetto che si trasformi in un vulcano”

La caldera è un’ampia conca, spesso occupata da un lago (come ad esempio quello di Albano)  che si forma a seguito dello sprofondamento della camera magmatica di un vulcano causata da una imponente eruzione. “Ogni volta che vedo una montagna, mi aspetto che si trasformi in un vulcano“, scriveva Italo Svevo ed infatti Pasquale, la nostra guida esperta locale, ci istruisce e bene sul fatto che di un vulcano non si può mai dire con assoluta certezza che sia del tutto spento. Pasquale, insieme ad Angela, ha fondato l’Associazione culturale “Magico vulcano” e con entusiasmo, tanto lavoro ed organizzazione, animano iniziative di trekking culturali ed escursioni per promuovere le bellezze naturalistiche ed enogastronomiche di Roccamonfina e dintorni. Ci avventuriamo quindi con loro, partendo dalla Piazza Centrale, dominata dal Vrollaro più grande del mondo (insignito del titolo dal Guinness dei Primati nel 2018) e con una allegra combriccola di camminatori, guidata dalla cagnolina Shany, attraverso le antiche mulattiere che collegano Rocca al piccolissimo borgo di Valogno.


In ogni passeggiata nella natura, l’uomo riceve più di ciò che cerca e che dà

I  sentieri delle mulattiere aprono la porta ad una flora davvero straordinaria ed il paesaggio non è mai lo stesso. Attraversiamo immensi castagneti, preziosissimi soprattutto perché riforniscono la nota sagra della castagna, giunta alla sua 45° edizione, ad Ottobre di ogni anno, che vanta un flusso di circa 20.000 visitatori al giorno, quindi uliveti, paesaggi di rocce laviche sulle quali è visibile, sapientemente indicata da Pasquale, la leucite, minerale vulcanico che rende fertile la terra. E poi i fiori delicati e bellissimi delle piante di piselli selvatici, cespugli di ginestre dall’inebriante profumo, mughetti, orchidee, finocchio ed asparagi selvatici, che abbiamo anche assaggiato con gusto e curiosità. In ogni passeggiata nella natura, l’uomo riceve più di ciò che dà, abbiamo letto da qualche parte ed infatti, tra le fronde, si apre un panorama straordinario che si estende fino al golfo di Gaeta. Angela ci racconta che nelle giornate terse sembra di affacciarsi su una terrazza sul mare con vista sul golfo e sulle isole pontine. Oggi la foschia non ci aiuta ma uno scorcio di mare ci viene comunque regalato.

Proseguiamo di buon passo ed il campanile della chiesa della Madonna degli angeli fa capolino fra il giallo delle ginestre qui particolarmente rigogliose. Dopo aver incontrato antiche cisterne d’acqua, ricoperte di vegetazione e circondate da imponenti felci preistoriche, arriviamo, dopo circa 10 Km di marcia, nel piccolissimo borgo di Valogno.


Qui l’arte ha riportato vita e turismo in una borgata destinata all’oblio

Valogno è stato  la sorpresa che davvero non ci aspettavamo. abitato da meno di 100 anime, era destinato, come tantissime altre borgate d’Italia, allo spopolamento ma, circa sei anni fa, la fantasia e l’intraprendenza di un artista romano, Giovanni Casale, lo ha restituito al mondo attraverso uno straordinario progetto di murales ed installazioni creative che ha visti coinvolti, nel corso del tempo, tantissimi altri artisti. Il risultato non è descrivibile a parole, si deve soltanto passeggiare tra i vicoli ed osservare le storie narrate su quei muri ed i messaggi che gli autori hanno voluto lasciare ai visitatori. Giunti al termine di questa bellissima giornata, salutiamo Angela, Pasquale e gli amici dell’Associazione culturale “Magico vulcano”, con la promessa di rivederci presto, per rimetterci on the road e guardarci In-torno fino alla prossima misteriosa tappa di questo viaggio.

Last modified: Settembre 25, 2023