Un normale super papà

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Per la festa del papà vi raccontiamo la storia di Federico e della sua famiglia monogenitoriale

di Alessandro Casale

“La sveglia suona alle 4:15! La faccio suonare il meno possibile per paura di svegliare Cloe. Mi alzo e mi preparo velocemente – sempre attento a non fare rumore immaginiamo – faccio una colazione semplice, prendo la bambina in braccio dal mio letto e senza farla svegliare la porto nell’appartamento di fianco al mio dove abita mia madre. Trovo la porta già aperta e la lascio lì mentre continua a dormire. Quando era più piccola era più facile ma ora che è cresciuta comincia a pesare e faccio una gran fatica”. Inizia così la giornata di Federico, veliterno, 45 anni ieri, barista, papà di una bambina di 6 anni e mezzo. Attacca alle 5:00 e lavora 9 ore al giorno dietro al bancone di Attimi di Caffè a Velletri in viale Oberdan dove è facile incontrarlo mentre va avanti con il vassoio pieno e torna indietro con il vassoio vuoto, l’inseparabile cappellino con visiera sulla testa. Eppure non gli manca mai il sorriso e lo sa bene chi lo conosce e tutte le mattine gli ordina un caffè.

 

“Tutte le mattine verso le 5:00 prendo in braccio mia figlia che dorme con me e la porto dalla nonna senza svegliarla”.

 

“Quel giorno ero seduto sul divano – ci racconta Federico quando cerchiamo di capire il motivo  della sua condizione di padre single – mentre Cloe che aveva 2 anni e 3 mesi giocava sul pavimento”. “Volevo piangere – continua a raccontarci mentre i suoi occhi si fanno lucidi e l’entusiasmo che di solito lo contraddistingue per un attimo si mette da parte – ma non potevo perché non volevo che vedesse che ero triste”. “Mia moglie qualche ora prima mi aveva detto che non voleva fare più quella vita e sarebbe andata via”. “Fino a quel momento era tutto perfetto: uscivamo, andavamo al cinema, scherzavamo, ridevamo; una settimana prima avevamo ordinato la camera da letto e prenotato una vacanza in Corea perché lei seguiva una soap ambientata lì”. “La mattina alle 5:00 non c’era più”, lo stesso orario in cui Federico, per i successivi 4 anni, ha continuato a recarsi al lavoro. “Da quel momento mi sono detto che dovevo pensare a mia figlia”.

 

“La mamma se n’è andata e da allora penso solo a mia figlia”.

 

I primi anni non è stato facile, Cloe si svegliava in piena notte perché si era fatta la pipì addosso o aveva la tosse. E’ capitato parecchie volte”. “Ho dovuto fare i conti con me stesso – continua a raccontarci Federico di quando man mano cresceva in lui la consapevolezza della nuova e più grande responsabilità monogenitoriale – così non ho più toccato una sigaretta, sono stato attento al bere e al cibo e ho cominciato ad andare in palestra… chi lo avrebbe mai detto?”. Qualcosa deve essere scattato in lui se dopo essersi divertito molto nella vita oggi vive la paternità come missione e non si concede nessuna distrazione dalla figlia – “Devo stare in salute e crescerla almeno finché avrà 30 o 40 anni”. “Mia madre mi dice di uscire la sera e lasciare Cloe da lei  – ci dice Federico raccontando qualche aneddoto – ma io una volta l’ho fatto e la notte non ho dormito, ora quando esco con quelli della palestra la porto con me”. “Non mi sento sacrificato perché da ragazzo ho girato molto e mi sono veramente divertito. Ho fatto anche attività estreme ma oggi devo pensare a mia figlia e non vado più neanche sulle montagne russe”.

 

“Il momento più bello è la sera quando prima di addormentarci ci accucciamo nel letto e guardiamo un film”.

 

Neanche a dirlo che per un papà così la piccola Cloe non può che stravedere ed in effetti non si separerebbe mai da lui. “Una volta sono andato a prenderla a scuola e, purché lo rifacessi, mi ha detto di inventarmi sul lavoro che avevo mal di pancia per andare via prima”. “I momenti più belli – così Federico che oramai ha recuperato totalmente la sua solita giovialità termina di raccontarci la sua storia – sono quando la domenica esco presto a prendergli una ciambella calda agli Atlantici per colazione e dopo puliamo casa insieme oppure quando prima di addormentarci ci accucciamo nel letto e guardiamo un film”.

 

 

SUPERPAPA’, LA PIU’ GRANDE COMMUNITY DI PAPA’ IN ITALIA

Oggi in festa al parco di Cinecittà World a Roma

E’ nata nel 2010, fondata da Silvio Petta, un giovane papà blogger milanese, informatico di professione. Dalla voglia di raccontare l’amore per i suoi due figli, la pagina facebook raccoglie un inaspettato successo, segno della voglia di fare rete e avere voce di tanti papà che non vogliono sentirsi secondari nel loro ruolo di genitori. Oggi la community conta 350 mila iscritti e rappresenta un sicuro punto di riferimento per tutti i papà d’Italia.

www.superpapa.it

 

Last modified: Marzo 19, 2023