Le ville pontificie di Castel Gandolfo, un viaggio tra la solennità del potere e la profondità dello spirito
di Gabriele Rosatelli
Prima culla del mondo antico poi cuore pulsante della cristianità, Castel Gandolfo ha discretamente custodito nei secoli potere temporale e spirituale, ospitando tra i suoi dolci declivi figure storicamente cruciali. Il borgo di Castel Gandolfo, con i suoi negozi tipici e le tante osterie che offrono bontà di zona, sembra abbracciare l’avventore lungo il suo cammino, fino a quando, davanti ai suoi occhi, non troverà la magnificenza del Palazzo Pontificio.
Nel cuore dell’antica Albalonga si estende oggi il meraviglioso spettacolo delle Ville Pontificie, già dal XVII secolo luogo di ritiro spirituale e di villeggiatura per i Pontefici. Un tempo sede dell’Albanum Domitiani, immensa villa appartenente all’imperatore Domiziano di circa quattordici chilometri quadrati, il terreno che ospita il complesso papale entra a far parte del patrimonio vaticano a partire dal 1596, quando con la Bolla Justatiae promulgata da Clemente VII (1523-1534), la Camera Apostolica entrò in possesso di Castel Gandolfo e Rocca Priora.
Fu Paolo V (1605-1621) a restituire dignità ad un complesso per secoli abbandonato e saccheggiato, ormai sparito dalle cronache del tempo
Grazie al suo intervento venne restaurato l’acquedotto romano, che dalla sorgente di Palazzolo riforniva l’abitato di acqua, e fu bonificata l’area palustre adiacente al lago di Turno. Urbano VII (1623-1644), una volta terminati i lavori affidati al Maderno riguardanti il Palazzo Pontificio, fu il primo Papa a soggiornare in questa residenza. Durante il secolo successivo si verificò l’ampliamento dei giardini. Con l’acquisto della contigua villa Cybo, infatti, il Palazzo si dotò di un importante spazio verde, funzionale alle lunghe passeggiate di preghiera e riflessione cui i successori di Pietro erano soliti. A seguito dell’unità d’Italia, e quindi della conseguente dissoluzione dello Stato Pontificio nel 1870, la residenza papale di Castel Gandolfo dovette attraversare un lungo periodo di incuria e desolazione, dovuto anche dalla decisione di non uscire più dal Vaticano maturata dai Pontifici a seguito della presa di Roma. Con la firma dei Patti Lateranensi del 1929 la questione riguardante le Ville tornò alla normalità, venendo addirittura ampliato il territorio delle stesse con l’acquisizione del complesso di Villa Barberini, dotata di uno stupendo giardino e di fertili terreni agricoli.
Nei secoli le Ville Pontificie ebbero un ruolo peculiare per ciascun Papa
Alcuni poco inclini alla vita dei campi, come Pio IX (1846-1878), vi si recarono saltuariamente e per brevi periodi, altri come Benedetto XVI, invece, amarono trascorrere lunghi periodi tra gli alberi secolari ed i deliziosi giardini, affascinati dalla quiete ed ispirati nelle lunghe ore di preghiera e riflessione. Prima culla del mondo antico poi cuore pulsante della cristianità, Castel Gandolfo ha discretamente custodito nei secoli potere temporale e spirituale, ospitando tra i suoi dolci declivi figure storicamente cruciali. Dal 2016 le Ville Pontificie sono state aperte al pubblico, offrendo ai visitatori la possibilità di poter camminare su millenni di storia, affacciando su di un panorama straordinario ed unico nel suo genere. Il borgo di Castel Gandolfo, con i suoi negozi tipici e le tante osterie che offrono bontà di zona, sembra abbracciare l’avventore lungo il suo cammino, fino a quando, davanti ai suoi occhi, non troverà la magnificenza del Palazzo Pontificio.
Last modified: Agosto 30, 2023