L’AREA ALBANA ED I MISTERI ELEUSINI

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Il culto ellenico di Demetra di tramandò nello spazio e nel tempo fino ad arrivare negli attuali Castelli Romani, che ancora una volta dimostrano di essere una continua scoperta. Custodi silenti di un patrimonio storico-culturale inesauribile, terra in cui il sacro ed il profano convivono e si mescolano da millenni, tra dolci colli, foreste sacre ed acque misteriose

di Gabriele Rosatelli

Demetra chioma bella, dea veneranda, inizio a cantare e insieme la figlia dalle belle caviglie, che Aidoneo rapì: gliel’aveva donata Zeus vasta voce, tuono profondo di nascosto a Demetra spada d’oro, splendore di messi

Così inizia l’Inno omerico dedicato a Demetra narrante la faticosa ricerca di sua figlia Persefone, la quale mentre giocava assieme alle ninfe oceaniche venne rapita da Ade. Il suo nome significa Terra Madre, da De-meter, ed in quanto tale offre agli uomini l’agricoltura e tutte quell’insieme di leggi che ne governano lo svolgimento. Per estensione, Demetra è anche colei che porta la legge e dunque le regole del vivere civile tra le persone. Nel racconto omerico, a seguito del rapimento di sua figlia, Demetra corse per nove giorni e nove notti senza che alcuno, dio o umano, sapesse dirle cosa ne fosse stato di Persefone. Sarà Elio ad informarla che Ade, con il consenso di Zeus, porto via la giovane essendosene invaghito. La dea madre prese le sembianze di una vecchia donna ed adirata si ritirò in Eleusi, provocando terribili siccità affinché la terra perdesse qualsiasi fecondità. Gli uomini patirono terribili carestie ed anche Zeus non ricevette le sue primizie. Grazie alla sua intercessione si raggiunse un accordo, secondo cui Persefone sarebbe tornata da sua madre ogni anno fra la primavera e l’autunno per poi far ritorno nell’oltretomba il restante periodo dell’anno. Per la gioia Demetra riprese a dispensare fecondità alla terra, facendone rifiorire i campi.
Da quel momento Eleusi divenne il centro del culto di Demetra e dei segreti nascosti dietro le leggi della terra che lei custodiva presso di sé, originando il culto dei Misteri in onore della dea madre denominati, appunto, Misteri Eleusini, complessi rituali che traevano origine dalle pratiche della festa del raccolto

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Questi riti si svolgevano due volte l’anno (inizio primavera e fine estate) ed erano composti da complesse liturgie seguite dai seguaci, precedentemente sottoposti a lunghi riti di purificazione. Famosi iniziati furono: Sofocle e gli imperatori Augusto, Claudio, Nerone ed Adriano

La presenza di figure di spicco come quelle degli imperatori, dimostra la penetrazione di questo complesso rituale nel mondo latino, particolarmente sensibile anche in chiave cultuale alle influenze ed alle contaminazioni elleniche. Nel quadro diffusionistico che se ne compone acquista importanza anche l’area albana all’altezza del bacino di Vallericcia negli attuali Castelli Romani, è del 1927 la scoperta di una platea in opera quadrata di peperino con dei muri a delimitarla, nei pressi della quale vennero rinvenuti oggetti votivi, animali sacrificati, coppe e vasellame. I pochi resti architettonici sono stati comunque sufficienti agli archeologi per indicarne la natura di vero e proprio tempio risalente al IV-II secolo avanti Cristo. Pur avendo una connotazione di stampo agricolo.


Si distingue rispetto ad altre costruzioni affini per la qualità della manifattura riguardante statue e busti, originari dell’ambiente campano di Paestum e Capua, con importanti manufatti provenienti dalla Sicilia e dalla Puglia

Di scopo inizialmente salutare, il tempio negli anni ha acquisito maggiore importanza collegandosi in secondo momento al culto di Demetra e Persefone. A dimostrazione del fatto stanno proprio le opere commissionate ad importanti maestranze di prestigiose scuole meridionali. I simboli presenti su questi materiali, infatti, quali spighe o porcellini sono legati al tema della fecondità e della fertilità, ad incontrovertibile dimostrazione delle divinità verso le quali è orientato tutto l’impianto cultuale. I Castelli Romani si dimostrano nuovamente una continua scoperta con un patrimonio storico-culturale inesauribile. Terra in cui il sacro ed il profano convivono e si mescolano da millenni, tra dolci colli, foreste sacre ed acque misteriose.


Last modified: Marzo 11, 2024