Nel cuore delle campagne di Velletri, in località Colle Rosso, sorge un’iniziativa sorprendente: un anfiteatro temporaneo costruito interamente con balle di fieno. Da discarica e terreno potenzialmente destinato a un impianto biogas, oggi questo spazio naturale si è trasformato in un luogo culturale a impatto zero: il Teatro del Fieno
di Gabriele Rosatelli
Il Teatro del Fieno di Velletri è una delle iniziative culturali più suggestive e originali del panorama laziale recente. Sorge nelle campagne di Colle Rosso, una zona al confine tra Velletri, Genzano e Lanuvio, dove un tempo si trovava un terreno in stato di abbandono, già oggetto di progetti per impianti di biogas. Oggi, invece, quel luogo è stato riconvertito in un anfiteatro naturale, costruito interamente con balle di fieno, che accoglie il pubblico in una cornice bucolica e unica nel suo genere.
L’idea nasce dalla volontà dell’assessorato al Turismo e Spettacolo del Comune di Velletri, in particolare grazie all’impegno dell’assessore Paolo Felci, di dare nuova vita a uno spazio rurale attraverso un progetto culturale accessibile, ecologico e capace di valorizzare il paesaggio e le tradizioni locali. Il risultato è un teatro incantevole, capace di ospitare spettacoli, concerti e performance artistiche all’aperto, in perfetta armonia con la natura circostante.
Dare nuova vita a uno spazio rurale attraverso un progetto culturale accessibile, ecologico e capace di valorizzare il paesaggio e le tradizioni locali
Durante l’estate del 2024, il Teatro del Fieno ha registrato una partecipazione entusiasta da parte del pubblico. L’inaugurazione ha visto un DJ set al tramonto seguito da un’esibizione spettacolare del violinista Andrea Casta con il suo “Space Violin Dance Experience”, che ha unito musica elettronica, danza e scenografie luminose in un’atmosfera magica. La sera successiva ha visto protagonisti l’Orchestra del Paese Immobile, che ha interpretato canzoni in dialetto velletrano, restituendo al pubblico la memoria sonora di un territorio profondamente legato alla propria identità.
Sulla scia del successo ottenuto, l’iniziativa si è consolidata anche per l’edizione estiva del 2025. Il programma prevede una serata animata da Dimensione Suono Roma, con musica, intrattenimento e sorprese, seguita da un omaggio a Lucio Battisti con la partecipazione del cantante Gianmarco Carroccia e di Mogol. Il tutto è pensato per essere gratuito e fruibile da tutti, con servizi di navetta, parcheggio, aree food e piena accessibilità.
Il programma prevede una serata animata da Dimensione Suono Roma, con musica, intrattenimento e sorprese, seguita da un omaggio a Lucio Battisti con la partecipazione del cantante Gianmarco Carroccia e di Mogol
Al di là del calendario di eventi, ciò che rende il Teatro del Fieno davvero speciale è la sua atmosfera. Le balle di fieno non sono solo elementi scenografici, ma diventano parte di un rito collettivo: il pubblico si siede a contatto con la terra, circondato da tramonti, profumi agricoli e un silenzio che si anima solo per accogliere arte e partecipazione. È una forma di teatro popolare e contemporaneo allo stesso tempo, dove la semplicità diventa eleganza e la ruralità si fonde con l’espressione artistica.
L’idea di trasformare un’area inutilizzata in un centro di cultura diffusa rappresenta un esempio virtuoso di rigenerazione ambientale e sociale. Non si tratta solo di uno spettacolo, ma di un messaggio: è possibile fare cultura anche fuori dai grandi centri urbani, con materiali semplici, in modo sostenibile, coinvolgendo il territorio e rafforzando il senso di appartenenza.
Non si tratta solo di uno spettacolo, ma di un messaggio: è possibile fare cultura anche fuori dai grandi centri urbani, con materiali semplici, in modo sostenibile, coinvolgendo il territorio e rafforzando il senso di appartenenza
Il Teatro del Fieno, con la sua struttura temporanea e il suo programma sempre ricco di novità, si candida a diventare un punto di riferimento stabile per la cultura estiva nei Castelli Romani. È la dimostrazione che anche tra le balle di paglia si può fare arte, e che i luoghi contano tanto quanto ciò che accade al loro interno. Un esperimento che guarda al futuro, ma con radici ben piantate nella terra.
Last modified: 23 Luglio 2025


