Scene così lontane, ma vivide nelle immagini riportateci dal “Diario” di padre Italo Laracca, servono a riflettere sulla crudeltà della guerra, affinché imparare dagli errori del passato sia un monito reale e non una vuota frase di circostanza
di Gabriele Rosatelli
Il 22 gennaio del 1944 Velletri fu colpita a morte dai bombardamenti Alleati nel corso della Seconda Guerra Mondiale. I primi ordigni caddero dal cielo alle 00:40 di una notte invernale, seguiti da altri tre bombardamenti arrivati in sequenza alle 13.40, alle 14.50 e alle 15.30. Questi portarono via dall’affetto dei loro cari tra le 600 e le 1000 persone, derubando la città dei suoi principali monumenti e della sua indicibile bellezza per sempre. A ottantuno anni da questo tragico evento è utile ripercorrere quegli attimi strazianti attraverso le parole di Padre Italo Laracca, allora parroco della chiesa di San Martino, che nel suo “Diario”, poi pubblicato nel 1964, ha testimoniato l’orrore e la distruzione di quei giorni con parole piene di stupore e sgomento.
“Dalle prime ore di questa mattina il cielo di Velletri è striato di segni bianchi delineati in tutte le direzioni. Moltissimi perciò hanno lasciato la città sentendo dire che sarà distrutta. Questa notte si sono sentiti colpi di cannone provenienti dal mare ma nessuno sa darsi una spiegazione alle 10:00 il viale Oberdan è stato bombardato e mitragliato e gli aerei hanno sorvolato Velletri (…). Viene una seconda ondata di apparecchi (…), ha telefonato dal ricovero Boffi in piazza Cairoli l’ingegner Passera della Società Laziale il quale (…) invita a rifugiarsi tutti in quel ricovero perché, dice, è l’unico che dia una certa sicurezza”.
Queste parole sono state annotate nel corso della giornata del 21 gennaio. Si rivelarono tragicamente profetiche l’indomani:
“Alle ore 00:40 di questa notte e poi alle 04:35 siamo stati svegliati dallo scoppio di bombe. La giornata si presenta grigia sebbene il cielo sia quasi sereno. Cupi presentimenti ci sovrastano. (…) Alle 07:35 la sirena urla come una belva ferita e getta l’allarme. I fedeli della Chiesa fuggono nella grotta, vengono tanti altri in previsione di cose gravi. Subito sentiamo un rombare pesante di motori: debbono essere centinaia gli aerei tanto è il fragore”.
E ancora:
“In grotta siamo 200, attendiamo in preghiera il cessato allarme (…). Su un tavolino preparo la celebrazione. Sono circa le 9 punto inizio la Santa Messa (…). Quasi al momento della comunione, alle 09:20 si sentono i boati delle bombe. La grotta si scuote paurosamente e sembra crollare. Le preghiere si alternano alle grida (…) faccio recitare l’atto di dolore e assolvo tutti in articulo mortis e distribuisco a tutti le sacre particole consacrate. (…) gli aerei volteggiano ancora su Velletri. Sono le 11:00 (…) le maestre pie, spaventate (…) sono corse a rifugiarsi nella nostra grotta (…) per Velletri c’è desolazione e morte”.
“Alle 14:50 per la terza volta gli aerei numerosissimi ritornano e buttano bombe senza pietà (…). Attendiamo paurosamente da un momento all’altro il crollo del nostro rifugio. La morte inesorabile danza intorno a noi (…). Alle 15:30 per la quarta volta, gli aerei si accaniscono su Velletri! (…). Verso l’imbrunire mi trovo un momento davanti la chiesa (assieme ad altre persone e al capitano dei carabinieri…) (…) arriva tutto ansante un soldato che dice: “capitano, dall’alto della torretta abbiamo visto lo sbarco, attendiamo ordini” (…). Qualcuno ci ha detto che gli americani sono già arrivati a Cisterna”.
Padre Laracca accompagna con la sua importante testimonianza la tragicità di quei momenti, trasmettendo al lettore la paura e la frustrazione che devono aver provato i veliterni in quelle ore di terrore. Grazie ai suoi scritti, a distanza di ottantun anni, possiamo comprendere il dramma vissuto da uomini, donne e bambini, che, appesi ad un filo tra la vita e la morte, trovarono conforto nella preghiera e nella speranza. Scene così lontane, ma vivide nelle immagini riportateci dal religioso, servono a riflettere sulla crudeltà della guerra, affinché imparare dagli errori del passato sia un monito reale e non una vuota frase di circostanza.
Testi di Padre Laracca e fotografie dell’epoca: “Non dimentichiamo, 80° anniversario del bombardamento di Velletri”, Fondazione DeCultura.
Last modified: Gennaio 27, 2025