Così un luogo di emozione intensa, un ponte tra passato preistorico, storia umana e leggenda mitologica, incorniciato in un paesaggio selvaggio e mediterraneo. Visitandola, si percepisce la sua natura ancestrale
di Gabriele Rosatelli
La Grotta delle Capre, situata sul versante meridionale del Promontorio del Circeo, è una delle meraviglie naturali più suggestive del Lazio. La sua ampia apertura a forma di cupola, alta circa quindici‑venti metri e larga una trentina di metri, si affaccia sul Mar Tirreno, creando un’atmosfera magica, dove i giochi di luce sul calcare evocano un ambiente primordiale e sospeso nel tempo. Formata durante glaciazioni e regressioni marine, la grotta conserva sulle pareti bianche evidenti segni dell’antico livello del mare, incisi dai litodomi – molluschi marini che hanno forato la roccia – a circa otto metri sopra il livello attuale del mare. All’interno si aprono cunicoli dritti che penetrano nel cuore della montagna, frutto di secoli di erosione.
Creando un’atmosfera magica, dove i giochi di luce sul calcare evocano un ambiente primordiale e sospeso nel tempo
Le ricerche archeologiche condotte a partire dall’Ottocento, e in modo sistematico dal 1936 grazie al geologo e archeologo Alberto Carlo Blanc, hanno messo in luce una storia geologica e climatica stratificata. Nella grotta sono emersi resti fossili tipici di un paesaggio che oscillava fra fasi calde e fredde nel corso delle glaciazioni. Qui vennero ritrovate tracce di frequentazione umana fin dal Paleolitico, reperti musteriani detta “pontiniana”, oltre a sepolture pre-romane e romane, compresa una particolare inumazione infantile all’interno di un’anfora (enchytrismòs).
Il curioso nome “Grotta delle Capre” deriva dall’uso pastorale medievale: i pastori conducevano greggi all’interno per ripararli da pioggia e freddo. Tradizioni locali ricordano anche un passato leggendario, in cui la cavità veniva associata a Circe, la maga dell’Odissea, motivo per cui nei vecchi documenti la si chiamava Grotta della Maga.
Il curioso nome “Grotta delle Capre” deriva dall’uso pastorale medievale: i pastori conducevano greggi all’interno per ripararli da pioggia e freddo
Oggi la grotta si raggiunge facilmente tramite un sentiero panoramico che parte da via della Grotta delle Capre, poco distante dal Faro di Capo Circeo, oppure via mare, in kayak o barca da San Felice Circeo. All’entrata, durante la bassa marea, si forma una spiaggetta che invita a una sosta rinfrescante e allo snorkeling nelle acque cristalline.
Last modified: 23 Luglio 2025




